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Il Price Cap Nazionale è una misura volta a limitare il prezzo dell’energia con un impatto non più sull’intera Europa, ma sulla sola Italia.
La prospettiva in questo periodo è sicuramente interessante, ma la sua applicazione risulta ancora controversa: se da un lato garantisce la stabilità dei prezzi per i consumatori, dall’altro disincentiva gli investimenti nell’efficientamento energetico e – secondo alcuni – nelle fonti rinnovabili.
In questo articolo esamineremo i pro e i contro di un Price Cap Nazionale, e proporremo alcune soluzioni per una sua eventuale adozione in Italia.
Uno dei principali vantaggi del Price Cap Nazionale è la stabilità del prezzo, fondamentale tanto per i consumatori quanto per le imprese.
Come già detto più volte dal nostro Presidente, in questa situazione di caos globale i prezzi possono variare in modo significativo a seconda della domanda e dell’offerta, e in particolar modo queste variazioni possono accentuarsi a causa del Sistema a Prezzo Marginale.
La conseguenza più chiara di questi elementi sono proprio gli aumenti fuori controllo e la grande incertezza sui prezzi, che impattano soprattutto su chi vive in condizioni economiche precarie. Il Price Cap Nazionale prometterebbe loro una forma di protezione da eventuali aumenti improvvisi dei prezzi.
Il Price Cap Nazionale può anche avere alcuni svantaggi, primo tra tutti il rischio della distorsione del mercato di cui è molto difficile prevedere accuratamente le conseguenze e da cui è soprattutto molto difficile tornare indietro.
Se il prezzo massimo venisse imposto ai produttori di energia italiani, questi potrebbero essere incentivati a ridurre la produzione per aumentare i prezzi tenendoli vicini al prezzo massimo, con notevoli conseguenze sull’economia del paese che dovrà quindi aumentare gli import per sostenere la domanda.
Se invece il tetto massimo è imposto ai produttori tramite incentivi, l’Italia potrebbe trovarsi nella situazione opposta in cui i prezzi diminuiscono, ma il costo dell’operazione diventa talmente grande da pesare sulle tasche dello Stato, e quindi degli Italiani.
Per approfondire leggi: Che cos’è il Price Cap?
Bisogna però far presente a chi avanza queste critiche che questi meccanismi sono sempre un pericolo in qualsiasi mercato, ma sono possibili solo con situazioni di monopolio che ben si discostano dalla situazione energetica internazionale. Allo stesso modo i governi sono sempre cauti nell’introduzione di incentivi, specialmente se rischiano di avere un impatto economico opposto a quello desiderato.
Una sbugiardata si può fare anche verso chi avanza allarmismi sul rischio di disincentivare la produzione rinnovabile nel Paese. Chiaramente maggiore è il prezzo dell’energia maggiore sarà anche il ritorno sull’investimento, specialmente nel settore rinnovabile che ha i minori costi di produzione rispetto alle altre fonti energetiche. Ma calandoci nuovamente in un meccanismo di concorrenza internazionale, non avrebbe senso per i produttori nostrani ridurre la produzione e insieme ad essa i loro guadagni.
Esistono soluzioni che potrebbero rendere l’adozione di una misura di questo tipo più accettabile per tutte le parti coinvolte? Questa è la domanda più importante per capire la fattibilità di questa proposta, esattamente la stessa che si è posta l’UE prima di adottare il Price Cap.
In primo luogo, sarebbe utile coinvolgere tutte le parti interessate, dai produttori di energia ai fornitori, dai consumatori agli esperti di settore fino agli organismi di regolamentazione. Questo consentirà di comprendere meglio i punti di vista di tutti gli attori coinvolti e di trovare una soluzione che soddisfi le esigenze di tutti.
Altrettanto importante sarà fornire incentivi per l’efficienza energetica, perchè lo ribadiamo: le fonti rinnovabili sono quelle più economiche per natura. Questo contribuirà certamente a mitigare gli eventuali effetti negativi di un Price Cap Nazionale. I fornitori di energia potrebbero essere incentivati ad investire in tecnologie energetiche più efficienti e di conseguenza ad offrire l’energia a tariffe ridotte, avvicinando il paese verso l’autonomia energetica.
Un’altra possibilità è quella di prevedere un Price Cap dinamico, ovvero un limite ai prezzi dell’energia che varia in base a parametri diversi dalle fluttuazioni di domanda e offerta e che contribuisca alla stabilizzazione dei prezzi.
Infine rimane fondamentale valutare l’impatto su tutto il settore energetico, non solo sui fornitori di energia e sui consumatori, ma anche su altri attori tra cui i distributori, gli impiantisti ecc…
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