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Cosa sono le Comunità Energetiche Rinnovabili e perchè dovrebbe interessarti

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Comunità Energetiche Rinnovabili

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La rivoluzione delle Comunità Energetiche Rinnovabili avrà il maggior impatto sulle bollette di chi ne fa parte, e di tutti gli altri

Le CER, o Comunità Energetiche Rinnovabili, sono delle associazioni senza scopo di lucro di cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni che insieme producono localmente energia da fonti rinnovabili per consumarla e risparmiare in bolletta.
Fino a poco tempo fa la legge imponeva che l’energia prodotta da un privato o impresa fosse consumata dallo stesso privato o impresa e nello stesso edificio in cui era installato l’impianto. oggi la situazione legale si è sbloccata a favore di una maggiore condivisione.
L’obiettivo imposto dall’UE è di 94 GW di nuovi impianti di produzione energetica rinnovabile (70 GW solare e 24 GW eolico) entro il 2030. Ad oggi? Siamo in estremo ritardo a causa della pandemia, con previsioni di raggiungimento nel 2150, ma non è ancora detta l’ultima parola.
Le CER infatti (Comunità Energetiche Rinnovabili) sono un fenomeno in rapida espansione che potrebbe farci risparmiare in bollettad e nel frattempo aiutarci ad evitare un disastro climatico.
Il decreto milleproroghe 162/19 (articolo 42bis), insieme alla delibera 318/2020/R/eel dell’ARERA e al DM 16 settembre 2020 del MiSE dimostrano che abbiano recepito la direttiva Red II dell’EU Science Hub che nasce specificatamente per rendere disponibile a livello locale l’energia verde prodotta sul posto, configurandosi quindi come incentivo alla condivisione dell’energia.

Cosa sono le Comunità Energetiche Rinnovabili?

Le Comunità Energetiche Rinnovabili sono delle associazioni senza scopo di lucro di enti pubblici e privati, incluse aziende e individui, che insieme producono energia da fonti rinnovabili a livello locale per consumarla a km0 e risparmiare così sulla bolletta.
Immaginiamo che un condominio decida di installare dei pannelli solari sul tetto con il benestare e l’investimento dei suoi abitanti, con lo scopo di alimentare gli appartamenti e risparmiare. In questo caso si parla di autoconsumo collettivo, perchè gli appartamenti fanno parte dello stesso edificio. Già questo è un enorme passo in avanti nella giusta direzione.
Se ai pannelli di questo condominio quindi aggiungiamo quelli presenti su un capannone, abbiamo una comunità energetica rinnovabile, perchè la produzione e/o il consumo sono dislocati in più edifici.
Nella sua forma più semplice, parte da due cittadini, uno dei quali possiede un suo impianto solare e decide di rivendere l’energia in eccesso al suo vicino che potrà così risparmiare e contribuire a ripagare l’investimento dell’impianto.
Ovviamente le fonti energetiche possono variare anche in base alla località, dal più ovvio solare sui tetti e nei terreni non coltivabili, all’idroelettrico ed eolico, impianti che vengono più spesso creati dal comune.

Quali sono i vantaggi delle Comunità Energetiche Rinnovabili?

  1. Riduzione della spesa energetica
    Chi aderisce ad una CER infatti non lamenta aumenti di prezzo nel costo dell’energia nonostante i rincari
  2. Incentivi per la produzione energetica
    Vengono infatti riconosciuti 100€ per ogni MWh prodotto da fonti rinnovabili per 20 anni dall’installazione dell’impianto (110€ per autoconsumo collettivo)
  3. Incentivi per i nuovi impianti
    È prevista una detrazione fiscale sugli impianti fotovoltaici del 50% sulle spese sostenute fino a 96.000€ di detrazione complessiva.
  4. Ottimizzazione della distribuzione
    Grazie infatti al consumo locale dell’energia prodotta dalle CER, viene ampiamente ridotta la quantità di energia persa durante il trasporto, rendendo il processo più efficiente.
  5. Riduzione della povertà energetica
    Circa 5 milioni di persone in Italia, non hanno accesso o non possono permettersi abbastanza energia per riscaldarsi a sufficienza o alimentre tutti gli elettrodomestici di cui avrebbero bisogno
  6. Creazione di nuovi posti di lavoro
    Grazie a queste associazioni il denaro viene ben investito nelle comunità e richiede installazioni che sono lavori considerati di buona qualità, utili a risollevare molte famiglie in difficoltà
  7. Aumento della partecipazione sociale
    Grazie a queste comunità non solo è aumentata la sensibilizzazione degli individui coinvolti sui temi energetici, ma anche la partecipazione sociale
  8. Raggiungimento dell’autonomia energetica
    Uno dei principali obiettivi del governo e dell’Europa, nonchè di fondamentale importanza per la stabilità economica
  9. Agevolazione della transizione energetica
    Come già detto, siamo indietro e occorre velocizzare la transizione verso fonti rinnovabili
  10. Ottenimento della garanzia di origine
    Ad oggi l’energia venduta come “green” non è realmente green. L’unico modo per essere certi di consumare energia pulita è installare i propri pannelli solari, o far parte di una comunità energetica benchè la condivisione sia virtuale e non fisica. Questo è utile non solo per la mobilità elettrica ma anche per molti altri consumi locali.

Come si crea una CER?

Le comunità possono nascere in fondamentalmente due modi: dall’alto o dal basso.

Dall’alto

Significa che il comune avvia un’iniziativa, crea quindi l’associazione no profito o la cooperativa e installa:
  • il primo impianto di produzione
  • la cabina di trasformazione primaria che trasforma l’energia da alta tensione a media
  • la cabina secondaria che la trasforma da media tensione a bassa, per l’uso civile

Dal basso

In alternativa sono direttamente le imprese e/o i cittadini ad unirsi per creare una comunità energetica, con il solo fine di risparmio economico, o anche con il diretto obiettivo sociale. Anche in questo caso serviranno il primo impianto, cabina primaria e secondaria.
A questo punto, a prescindere dalla sua origine, la CER potrà espandersi coinvolgendo altre imprese e privati, fino anche a pubbliche amministrazioni limitrofe.

L’importanza delle batterie

Come è noto, la produzione di energia solare segue una curva gaussiana (gialla) mentre il consumo di energia segue la cosiddetta curva a papera (blu). Importanza batterie nelle CER
Questo significa che buona parte dell’energia prodotta non verrà consumata, e buona parte dell’energia consumata non sarà realmente rinnovabile.
Infatti maggiore è la differenza tra queste due, maggiori saranno anche gli sprechi di energia nel trasporto della stessa nella rete elettrica. Non solo, sarà anche maggiore la spesa in bolletta, perchè dalla vendita dell’energia prodotta bisognerà togliere delle spese, e bisognerà aggiungerne quando verrà poi riacquistata.
Per questo investire anche in batterie aumenta notevolmente il risparmio in bolletta e rende gli interi impianti più sostenibili e autonomi.

Altre domande

Quante persone servono per creare una CER?

Bastano due persone che consumano energia in località diverse e che decidono di investire per produrre la propria energia.
La CER potrà poi espandersi oltre i confini comunali, accogliendo anche 20 o 100.000 persone.

Chi fa parte di una CER?

I partecipanti possono essere
  • produttori, che quindi possiedono un impianto o una parte
  • consumatori, che quindi non possiedono alcun impianto ma consumano l’energia prodotta dalla CER
  • prosumer, che possiedono un impianto o una parte, e consumano l’energia prodotta dalla CER
Molto spesso non ci sono produttori ma solo prosumer e consumatori, perchè i produttori tendono a far parte della CER anche come consumatori per evidenti benefici economici.

Ci sono limiti sul numero o potenza di impianti in una CER?

Non ci sono limiti sul numero di impianti, ma la potenza di ciascun impianto non può superare i 200kW.

Chi decide dove costruire gli impianti?

Sono i consociati stessi a decidere tutto, inclusi
  • locazione dell’impianto
  • modello di pannelli da installare
  • potenza desiderata
  • impresa installatrice
  • altri aspetti tecnici

Quali sono i requisiti per entrare in una CER?

Gli impianti e i punti di connessione, così come eventuali sistemi di accumulo o colonnine, devono essere sottesi alla stessa cabina di trasformazione secondaria.

Cosa succede se le Comunità Energetiche Rinnovabili producono più energia di quella consuamta?

Come per gli impianti di produzione individuali, viene semplicemente reimmessa nella rete e rivenduta al prezzo di mercato. I profitti così generati verranno poi riutilizzati per investire in nuovi impianti.

Come si divide il corrispettivo derivante dall’energia condivisa?

Il GSE ha confermato che tale ripartizione è lasciata agli accordi privati tra i partecipanti della CER.

Si può condividere l’energia derivante dal potenziamento di un impianto esistente?

Sì, ma bisogna poter rilevare separatamente l’energia prodotta dalla nuova sezione dell’impianto da quella della porzione di impianto precedente. L’impianto complessivo, comunque, non potrà superare i 200kW di potenza.

Cosa sono le ACER?

Sono Aggregazioni di Comunità Energetiche Rinnovabili, che quindi riuniscono semplicemente più CER per avere un impatto più scalare.
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