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.Il mercato dell’energia e il panorama geopolitico sono in rapida evoluzione, così come il costo dell’elettricità e del gas che è aumentato costantemente dalla seconda metà del 2021, con un picco nell’agosto 2022 quando il prezzo all’ingrosso dell’elettricità ha raggiunto livelli senza precedenti.
Il costo dell’elettricità (PUN) ha superato 0,70 €/kWh alla fine del mese, con una media mensile superiore a 0,54 €/kWh. Per fare un paragone rispetto agli 0,06€ nel marzo 2021 e agli 0,03€ nel marzo 2020. Si capisce quanto i prezzi delle bollette nel 2022 siano aumentati di oltre 10 volte.
Secondo il Codacons, nel 2022 una famiglia italiana ha pagato in media 1700€ euro in più per i consumi elettrici rispetto al 2021; l’ARERA stima tale cifra intorno ai 1866€.
Come è noto l’UE e l’Italia stessa, come tutti gli altri paesi, hanno adottato misure per stabilizzare le bollette ed evitare ulteriori aumenti del prezzo delle bollette nel 2023.
L’Unione Europea ha introdotto un tetto al prezzo del gas, fissato a 180 €/MWh, che entrerà in vigore il 15 febbraio 2023. Questo ha già avuto un impatto sulle quotazioni del TTF: il mercato di riferimento del gas in Europa. Queste hanno continuato a scendere nei giorni successivi all’annuncio dell’accordo.
Nel frattempo il governo Meloni ha previsto 21 miliardi di euro di aiuti, grazie ai fondi in arrivo dal PNRR, per contrastare gli aumenti dei prezzi dell’elettricità e del metano. Sono inoltre previste iniziative legate all’energia come gli aiuti alle imprese energivore e il bonus sociale per le bollette.
A far seguito a queste misure, approcciando le previsioni con uno sguardo a breve termine, l’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente (ARERA) prevede che il prezzo medio dell’energia elettrica si ridurrà del 19,5% nei primi tre mesi del 2023, grazie agli interventi del Governo con la Legge di Bilancio e al calo dei prezzi dei prodotti energetici.
Ora gli oneri di sistema del settore elettrico per i clienti con potenza disponibile inferiore a 16,5 kW e quelli del gas per la generalità degli utenti saranno direttamente a carico dello Stato e non saranno più inclusi nella bolletta.
Questi fattori hanno generato prospettive di inizio anno ottimistiche, con aspettative di bollette più basse grazie a una migliore gestione degli accumuli e a una riduzione dei consumi.
Tuttavia, Assoutenti prevede che le famiglie con contratti di fornitura a prezzo bloccato stipulati tra il 2020 e il 2021 subiranno un aumento delle tariffe in prossimità della scadenza e il Codacons prevede che nel complesso, nel 2023 ogni famiglia spenderà in media circa 2435€ in più rispetto al 2022 per la sola energia, una cifra quindi in crescita.
Una delle previsioni più auspicabili è che i rincari “finiranno” alla fine di questo inverno e che già nella primavera del 2023 la crisi energetica e il prezzo delle bollette si stabilizzeranno. Va però premesso che sono solo speculazioni e ipotesi.
Seondo queste previsioni ciò sarà dovuto all’aumento delle importazioni di GNL da altri Paesi e allo sviluppo di nuove energie alternative.
I prezzi, secondo la teoria, rimarranno leggermente più alti rispetto ai livelli pre-crisi ma saranno comunque considerati gestibili per le famiglie europee.
La motivazione alle spalle di questo potenziale successo è da individuare nel raggiungimento di un nuovo accordo per soddisfare il fabbisogno di gas europeo. L’idea è che questo costringerà la Russia a rendere le sue forniture il più competitivo possibile, abbassando così i prezzi.
A sua volta, i fattori che contribuiscono a questo risultato permettono di coprire il famoso 40% di fornitura europea dalla russia:
Le prospettive sul prezzo delle bollette nel 2023 sono incerte. Il governo italiano e l’Unione Europea hanno adottato diverse misure per mitigare l’impatto della crisi energetica e stabilizzare i prezzi.
Le previsioni più ottimiste indicano che la crisi energetica si stabilizzerà entro la primavera del 2023 e che i prezzi rimarranno più alti dei livelli pre-crisi, ma saranno comunque considerati gestibili per le economie europee.
L’obiettivo dell’Europa di raggiungere l’indipendenza dal gas russo entro il 2023 avrà quindi un ruolo significativo nel determinare il futuro dei prezzi dell’energia nel continente.
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