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Per la creazione di un metaverso funzionale e di adozione di massa ci troviamo di fronte a 4 sfide tecnologiche:
Second Life e Minecraft sono solo i più storici e famosi esempi, ma oggi esistono già diversi metaversi come abbiamo approfondito in questo articolo. Tuttavia, questi mondi non sono ancora realistici e men che meno completi.
L’obiettivo è infatti rendere il metaverso più simile alla realtà, ma anche una versione migliorata di essa, e in questo percorso ci sono quattro sfide da affrontare.
La prima sfida nella creazione di un metaverso realistico è quella di creare una grafica realistica. Ciò significa creare modelli 3D di persone e oggetti che appaiano come nella vita reale. La sfida consiste nel creare una grafica abbastanza realistica da essere credibile, ma non così realistica da risultare sgradevole.
Le attuali immagini generate al computer (CGI) si avvicinano sempre di più all’aspetto di filmati reali, ma spesso la CGI sembra troppo perfetta. Questo perché i computer generano le immagini utilizzando algoritmi basati su equazioni matematiche. Queste equazioni creano forme perfette, ma nella vita reale tutto è imperfetto.
Per superare questa sotto-sfida, alcune aziende utilizzano l’intelligenza artificiale (AI) che è infatti in grado di creare forme più casuali e imperfette, rendendo l’immagine risultante più realistica.
Un altro problema legato alla grafica nel metaverso è la potenza di calcolo. L’attuale generazione di visori VR richiede una grande potenza di calcolo per il rendering della grafica. Questo è uno dei motivi per cui i giochi VR spesso non sono visivamente impressionanti come i videogiochi tradizionali.
Una soluzione a questo problema è il cloud computing. Con i giochi in cloud, tutto il lavoro pesante viene svolto su server remoti e poi trasmesso in streaming al dispositivo del giocatore. Ciò significa che dispositivi con potenza di calcolo pressochè inesistente possono teoricamente eseguire giochi VR impegnativi semplicemente con una buona connessione a Internet.
Un’altra sfida per il metaverso è il comfort, ovvero assicurarsi che gli utenti si sentano a proprio agio nell’utilizzo del metaverso, a partire dai virosi stessi.
La maggior parte degli attuali visori VR sono ingombranti e richiedono molte regolazioni per adattarsi correttamente. Possono anche essere piuttosto pesanti, il che può causare affaticamento del collo dopo un uso prolungato. Alcuni produttori stanno cercando di risolvere questi problemi realizzando visori più leggeri e confortevoli, ma c’è ancora spazio per i miglioramenti.
Un altro problema di comfort riguarda l’ambiente virtuale stesso. Per creare un’esperienza realistica e coinvolgente, l’ambiente deve essere progettato con attenzione. Ad esempio, se l’ambiente è troppo scuro o troppo luminoso, può causare un affaticamento degli occhi. Inoltre, se l’ambiente non è ben progettato, può disorientare o addirittura nauseare gli utenti.
La sfida del comfort comprende aspetti quali l’assenza di lag, la fornitura di un’interfaccia facile da usare e la garanzia che il mondo virtuale abbia un aspetto e un’atmosfera abbastanza realistici da far sentire gli utenti come se fossero davvero lì.
Si tratta anche di assicurarsi che le persone si sentano a proprio agio nell’interagire con avatar e oggetti generati al computer. Ad esempio, se si vuole vivere un’esperienza di shopping in realtà virtuale, il layout del negozio e il modo in cui gli articoli sono esposti devono essere familiari e facili da navigare.
Un altro aspetto importante del metaverso è l’interazione sociale. In altre parole, come interagiranno le persone in questi mondi virtuali?
Un aspetto fondamentale è la creazione di avatar credibili, in grado di trasmettere emozioni in modo convincente, senza cadere nella Uncanny Valley:
La “uncanny valley” è un’ipotesi nel campo dell’estetica umana che sostiene che quando le fattezze umane sembrano e si muovono quasi, ma non perfettamente, come gli esseri umani naturali, ciò provoca una sensazione di disagio o repulsione in alcuni osservatori.
Ci sono anche sfide del metaverso legate all’identità e alla reputazione o, se preferite, alla fiducia. Nei mondi virtuali le persone possono avere identità multiple e può essere difficile sapere chi è veramente qualcuno. È necessario un modo per creare fiducia tra le persone, senza ricorrere a indizi del mondo reale come il linguaggio del corpo.
Infine, ma non meno importante, è importante dare agli utenti un controllo sufficiente sulle impostazioni della privacy, in modo che si sentano a proprio agio nel condividere informazioni personali con gli altri nel metaverso.
Un’ultima sfida è la multisensorialità, ovvero assicurarsi che il metaverso sia sufficientemente stimolante per tutti i sensi degli utenti. Questo include l’incorporazione di odori e tatto nel mondo virtuale, oltre a fornire immagini e audio realistici.
Un altro elemento fondamentale della multisensorialità nel metaverso è il feedback aptico, come guanti o tute in grado di far sperimentare agli utenti la presa di oggetti, una stretta di mano, un abbraccio o persino il dolore e il piacere.
Siamo ancora lontani, ma non è impensabile vedere questi sviluppi nei prossimi 10-20 anni.
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