La differenza tra realtà virtuale e metaverso
A dispetto della sua popolarità piuttosto recente, il metaverso non è una novità. Il termine è apparso per la prima volta trent’anni fa nel romanzo
A dispetto della sua popolarità piuttosto recente, il metaverso non è una novità. Il termine è apparso per la prima volta trent’anni fa nel romanzo
E’ il romanzo di Ernest Cline intitolato Ready Player One che ha ispirato l’omonimo film del 2018 con la regia di Steven Spielberg, dove viene
I principali Metaversi al momento sono: Decentraland Horizon Worlds The Sandbox Il Metaverso è un concetto strano e apparentemente complicato che sta acquisendo sempre più
Il metaverso, parola che verso la fine di quest’anno è ormai sulla bocca di tutti ma che per gli addetti ai lavori è pane quotidiano ormai da almeno 4-5 anni, viene spesso rappresentato come la nuova frontiera di internet.
Non più pagine web e social network, ma un vero e proprio mondo virtuale e tridimensionale in cui illudere i propri sensi. Chi ha provato la realtà virtuale può comprendere quanto sia un’invenzione rivoluzionaria, ma questo articolo cerca di mostrarlo a tutti.
La realtà virtuale o VR (Virtual Reality) è letteralmente una realtà… virtuale. Immagina di mettere degli occhiali e di non essere più in casa tua, ma sul monte Everest. Non ci sei davvero, non senti il freddo pungente e la carenza di ossigeno, ma di sicuro il tuo cervello fatica a riconoscere la differenza e soprattutto ti fa patire le vertigini.
L’immersione a 360° però è difficile da immaginare finchè non la si prova, perché siamo abituati agli schermi che di immersivo non hanno proprio nulla. La Realtà Virtuale è talmente “reale” che a sentirne parlare è difficile crederci, per questo invitiamo tutti i lettori a sperimentarla quanto prima.
Scoprirete che le esperienze vivibili spaziano incredibilmente: dai giochi solitari in un mondo che non esiste ai concerti di pop star davanti ai vostri occhi, ma non davvero in carne ed ossa. Potrete volare sulla superfice terrestre o esplorare gli oceani circondati dalla fauna marina, ma potrete anche ampliare la vostra produttività su schermi apparentemente olografici, o progettare e disegnare in tre dimensioni. Potete vivere la guerra, oppure solo giocarci, ma questo è solo l’inizio.
La realtà virtuale però è già qui mentre il metaverso è ancora in una fase primordiale. Infatti il metaverso viene considerato il futuro non solo dei videogiochi, non solo dei social, non solo della produttività, ma di internet nel suo insieme.
Per comprendere l’internet di domani però dobbiamo fare un breve riassunto della sua storia.
Il world wide web è stato ufficialmente creato dal celebre Tim Berners Lee, che durante le sue ore di lavoro al CERN di Ginevra cercava un modo di rendere la comunicazione più efficace, e ci riuscì unendo pezzi di tecnologia già esistenti come i collegamenti ipertestuali (o per i più profani “link”) e l’accesso alla rete locale, creando la prima rete internazionale, appunto inter-net (net = rete).
Dalla sua nascita il web nella sua prima versione, o web 1.0, era essenzialmente una vetrina digitale dove aziende, privati e istituzioni potevano creare i propri siti per mostrarsi al mondo.
Un po’ per volta da mero luogo di lettura e consumo, il web è diventato il luogo della condivisione e scrittura o web 2.0, in particolare grazie all’entrata in gioco dei social network.
Oggi invece ci stiamo muovendo verso il web 3.0, dove consumare e creare contenuti mantengono la loro importanza, ma diventa anche possibile avere delle proprietà digitali che siano in qualche modo certificate, e questo è possibile grazie alla blockchain e agli NFT.
In questa collezione di parole inflazionate aggiungiamo anche questa, la parola del 2021: NFT, forse la più complessa.
Essenzialmente l’ingegno umano ha trovato il modo di rendere non duplicabile qualcosa di duplicabile per natura: i file digitali. Ora quindi lo stesso file (un’immagine, un video o qualsiasi cosa sia) può esistere in due forme: quella duplicabile e quella in quantità fissa.
Se la seconda è stata resa disponibile al pubblico da una fonte riconoscibile o con una qualche autorità è probabile che il pubblico voglia poterla possedere, e grazie alla legge della domanda e offerta sarà facile determinarne il prezzo.
Duplicare un NFT equivale a creare una stampa della Monna Lisa il cui retro è firmato col vostro nome: praticamente indistinguibili, ma solo quella originale, non duplicabile nella sua unicità, solo quella è davvero vendibile ad un prezzo che ne rappresenta il valore. Le stampe valgono poco di più del tessuto e dell’inchiostro. Come per l’arte e quasi ogni altro prodotto sulla terra, è l’origine a fare la differenza.
Ma torniamo a noi.
Ora quindi ogni essere umano può avere la propria versione digitale nella realtà virtuale, e in entrambi i casi possiederà dei beni digitali NFT che gli appartengono a tutti gli effetti. Trasportiamo tutto ciò in un mondo condiviso e senza confini come l’internet odierno ed ecco che abbiamo il nostro metaverso, fatto di complessità tecniche e infinite possibilità teoriche.
Il vero obiettivo però è far sì che queste proprietà possano essere trasportate in tutte le proprie esperienze digitali, facendo sì che come esiste un solo internet esista anche un solo metaverso dove potersi tutti incontrare, benchè in luoghi o siti diversi. Ma benchè il metaverso unisca più mondi, dalla realtà virtuale agli NFT, i più scettici iniziano ad intravedere delle difficoltà pratiche, prima tra tutte la possibilità di conciliare i molti metaversi che già stanno nascendo.
Credete che sia davvero la nuova frontiera della rete quella di incontrarsi sotto forma di avatar in uno spazio virtuale e totalmente immersivo? Noi ci crediamo.
Per questo da quasi due anni ormai stiamo testando questa tecnologia e mese dopo mese ci sembra sempre più pronta ad accogliere i nostri corsi di formazione per creare delle esperienze ancora più immersive.
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