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Uno sguardo a cosa sta succedendo e a cosa succederà
Il primo tweet di Jack Dorsey, fondatore di Twitter, è stato venduto l’anno scorso in forma di NFT per quasi 3 milioni di dollari. Un singolo file jpg è stato venduto per 69 milioni di dollari. L’NBA ha venduto un video di una schiacciata di Lebron James per oltre 200 mila dollari.
Se avessimo sentito queste affermazioni qualche anno fa non avrebbero avuto alcun senso, ma oggi la tecnologia glielo ha dato. E’ evidente che qualcosa di grosso sta succedendo nel mondo e per capirlo dobbiamo comprendere gli NFT.
Questa storia è più grande di un’immagine venduta online a qualche ricco acquirente, perché riguarda la psicologia sociale e la tecnologie. Capire cosa sia una blockchain o le criptovalute non basta per avere un’idea più chiara della situazione.
Ma per spiegare questo argomento in modo semplice dobbiamo andare per passi.
Cosa significa NFT?
NFT è un acronimo di Non Fungible Token, o token non fungibili, e se questa definizione non vi aiuta state tranquilli, ci siamo passati tutti.
La parola più strana è sicuramente fungibile, ma significa semplicemente interscambiabile. Da qui non fungibile significa non interscambiabile e quindi unico. Tutto nell’economia è o fungibile o non fungibile.
- Una sacca di riso è fungibile, perché una o l’altra non cambia.
- La monnalisa non lo è, perché è unica.
- Una play station 5 è fungibile
- Una foto autografata da Jimy Hendrix non lo è.
Qualunque cosa si possa considerare unica rientra in questa categoria di non fungibile.
Interessante è il fatto che una cosa possa passare dall’essere fungibile a non fungibile. Se vuoi comprare una giacca ad esempio, è fungibile: l’azienda ne vende tante e sono tutte uguali. Ma dopo averla comprata diventa tua e decidi di farla autografare da personaggi famosi, o magari tu stesso sei famoso quindi averla indossata la rende unica, quindi non fungibile.
Per capire il termine Token bisogna invece capire la blockchain e per questo scopo abbiamo scritto un contenuto apposito con diversi livelli di approfondimento.
Cos’è la Blockchain?
Per spiegare la blockchain in modo semplice immagina di voler comprare un biglietto di un concerto. Usando la carta di credito un messaggio viene mandato alla tua banca in cui viene chiesto di trasferire i soldi del biglietto dalla tua banca alla banca del venditore. La banca ha un elenco delle tue transazioni e sommandole tutte riconosce il tuo saldo totale. Se il saldo è superiore al prezzo, allora la banca approva la transazione, che si aggiunge al tuo elenco e a quello del venditore.
Questa cosa è importantissima ed alla base della vita quotidiana. Fino ad oggi ci siamo sempre fidati delle banche per tenere traccia di tutte queste transazioni, ma sappiamo bene che le banche non tengono i soldi dei loro clienti fermi in attesa che vengano spesi. Al contrario usano la stragrande maggioranza dei loro capitali per investire, prestarli e ottenere profitti. Se questa gestione infatti ha dei punti a favore, bisogna ammettere che la prossima crisi economica è sempre dietro l’angolo e questa eventualità nel sistema attuale mette a rischio i soldi di tutti.
La nascita di Bitcoin
Quindi gli inventori di Bitcoin, che non è altro che la prima blockchain della storia, hanno avuto la brillante idea di rendere obsoleto il bisogno di fiducia e di intermediari unici e vulnerabili ad attacchi informatici. Per farlo hanno reso pubblico l’elenco di transazioni così da creare una rete distribuita di computer che verifica le transazioni in totale autonomia.
Tornando all’esempio di prima, nel momento in cui desidero acquistare un biglietto la domanda verrà posta non più alla banca ma alla rete. Qui migliaia di computer in tutto il mondo possono verificare il mio saldo e quindi autorizzare o rifiutare una transazione prima di aggiungerla all’elenco pubblico.
Il tutto è gestito da dei processi informatici blindati. Proprio grazie alla distribuzione del sistema viene garantita l’inalterabilità dell’elenco di transazioni al di fuori delle regole appena descritte. Questo rende quindi impossibile hackerare il sistema in quanto si regge su meccanismi di consenso condiviso.
Leggi La blockchain spiegata semplice
Il punto è che ci sono diverse blockchain, e se quella di Bitcoin è principalmente legata alla moneta, su quella di Ethereum è possibile avere più flessibilità. Infatti Ethereum non è solo legata all’autorizzazione di transazioni economiche, ma anche di altre proprietà digitali più generalmente chiamate token.
Cosa sono i Token?
Un token può essere qualsiasi cosa a patto che sia digitale ovviamente. Musica, tweet, copertine, video, immagini, libri, articoli, progetti e file di ogni tipo.
Quindi quando un token viene inserito dal creatore nella transazione, quel token viene trasferito all’acquirente in modo pubblico e irreversibile, con l’accordo della community che ha validato la transazione.
Nel momento in cui questi token sono in quantità limitata, finchè vengono resi quindi il più possibile unici, questi diventano non fungibili. Ed ecco quindi spiegato il termine NFT.
La parte psicologica interessante è che una volta soddisfatti i bisogni primari, l’uomo è predisposto ormai da diversi decenni a creare valore dove non c’è valore intrinseco. L’abbiamo fatto con l’oro, poi con i soldi, poi con l’arte, poi con le figurine, e ora con gli NFT.
Oggi abbiamo semplicemente la tecnologia per farlo in modo digitale e ampliare quindi ciò a cui possiamo dare valore.
Un fan di Star Wars potrebbe volere l’elmetto di Dart Vader, una spada laser usata sul set, o la scenografia digitale della morte nera. Prima della blockchain e degli NFT la scenografia digitale sarebbe stata fungibile, avrebbe avuto cioè lo stesso valore di una copia: nessuno. Ma ora che la casa di produzione può pubblicare il file originale sulla blockchain rendendolo unico, ecco che la scenografia diventa un nuovo pezzo da collezione per i fan.
La promessa degli NFT
Certamente tutto questo mercato che sembra esclusivamente rivolto ai milionari appassionati sembra l’ennesima bolla, ma pensiamo per un secondo ad Internet. Tutti pensavano fosse una bolla, una truffa, una bufala. E in parte lo è stato, molte realtà sono cresciute più di quanto realisticamente possibile e poi sono crollate bruciando gli investimenti di milioni di persone. Ma altre sono state capaci di creare vero valore online e hanno cambiato il mondo.
Oggi internet lo usiamo tutti quotidianamente in modi che erano un tempo imprevedibili. Questa evoluzione degli NFT promette di ridistribuire la proprietà digitale creando una nuova evoluzione del web, quella che viene chiamata web3.
Qui i creators, quelli che in qualsiasi modo contribuiscono alla cultura pop di ciascuno, siano essi attori, sportivi, designer, youtuber, ma anche aziende, imprenditori e artisti. Tutti questi brand potranno estrarre valore proprio vendendo degli NFT alle proprie community.
In questo mondo di domani non conterà solo ciò che abbiamo, ma ciò che possiamo dimostrare di aver acquistato nel passato. Tutti possono dire di essere stati ad un concerto, ma quanti possono dimostrarlo con un NFT? Come oggi la nostra pagina Instagram parla di noi e delle nostre passioni, presto lo faranno i nostri NFT a prescindere dalla speculazione economica più tipica dell’arte.
- Ho acquistato NFT da quell’attore perché lo ammiro.
- Uno da quell’azienda perché rappresenta i miei valori
- Uno da quell’influencer perché condivido il uso messaggio
E così via.
E ancora più interessante: alcuni NFT hanno la capacità di generare valore continuo per chi lo possiede. Ad esempio acquistandone uno da una band potremmo aver garantito un posto in prima fila per tutti i futuri concerti. Ecco qui, nuovo valore emerge dall’acquisto di proprietà digitali.
Questo cambio di paradigma che stiamo vivendo risulterà particolarmente evidente anche nel Metaverso, un mondo digitale in cui tutti potremo possedere i nostri “oggetti virtuali” al pari di come possediamo quelli fisici. Per approfondire questo tema vi rimandiamo però alla nostra pagina sul Metaverso